“Beati i miti” ovvero perché un blog sui Miti Rivoluzionari

Una delle pagine più belle del Vangelo è indubbiamente quella delle Beatitudini. Sin da piccolo trovavo potentissime queste parole che mettono l’uomo di fronte a una prospettiva ultraterrena, stimolandolo a guardare ogni azione del quotidiano come un passo verso la felicità più vera. Tra tutte però, c’è sempre stata una Beatitudine che se da una parte mi lasciava un gigantesco punto interrogativo, dall’altra era capace di attirarmi come un magnete: Beati i miti…

Ti sei mai interrogato sul significato di mitezza? Cosa vuol dire nel Vangelo "Beati i miti"?
Foto di Lukáš Rychvalský

La mia Beatitudine preferita

Mentre indagavo il significato delle beatitudini scoprivo che mentre alcune le sentivo profonde ma distanti dalla mia realtà ( “Beati i poveri in spirito”,  “Beati gli afflitti”, “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia” ) vuoi perché rappresentavano una condizione umana in cui non mi identificavo, vuoi perché le sentivo irraggiungibili ( chi si sente davvero un “puro di cuore”?) e mentre altre le vivevo come obiettivi personali (essere “misericordiosi” o “operatori di pace”), la terza Beatitudine rimaneva per me un mistero da scoprire.

“Beati i miti, perché erediteranno la terra”. (Mt 5,5)

Non solo una questione semantica

Per anni mi sono interrogato sul senso di questa frase. Perché il premio per i miti è la terra, quando tutte le altre Beatitudini strizzano l’occhio al cielo? E soprattutto, chi sono i miti? La lingua italiana non aiuta. Quando ascoltiamo la parola “miti” la prima cosa che ci viene in mente è il plurale di mito. Quindi la nostra mente vaga tra eroi, supereroi, personaggi fantastici e mitologici, oppure le star del momento, fino a quell’amico che ci tira sempre fuori dai guai o quella ragazza che da sempre sogniamo di conquistare (come cantano gli 883 da decenni). Invece i miti del Vangelo sono le persone miti, plurale quindi di “mite”, parola che sembra quasi arcaica rispetto ai giorni nostri.

Quando è stata l’ultima volta che abbiamo usato la parola “mite” riferita a una persona e non al clima?

Purtroppo questo è indice anche del mondo in cui viviamo, dove l’essere uomini straordinari è molto più ricercato dell’essere uomini mansueti. La mitezza, altra parola desueta nella nostra cultura contemporanea, è spesso vista come debolezza, da sfigati. Invece io per indole, educazione, o forse nel tentativo di imitare l’uomo mite per eccellenza, l’”Ecce homo”, mi sono sempre sentito vicino al concetto di mite, alla non violenza, al farsi da parte in alcuni casi, al lasciar emergere gli altri (dopo lunghe battaglie contro orgoglio e amor proprio).

Beati i miti… ma cosa significa essere mite?

Chi sono i miti del nostro tempo? Cosa bisogna fare per essere miti e soprattutto perché c’è tanto bisogno di mitezza? Questi sono alcuni dei quesiti e temi che affronteremo in queste pagine. Senza dimenticarci di infrangere una delle più grandi incomprensioni della storia. Ovvero che essere miti significa lasciar fare agli altri, non prendersi responsabilità, non avere un’idea o non far sentire la propria voce, fino a lasciar decidere agli altri il proprio destino, ciò che è giusto e sbagliato.

NO!

Questo non è essere miti. La goccia è mite. E’ silenziosa. Trasparente. Piccola. Ed è costante. Tenace. Senza paura. E raggiunge l’obiettivo, scava la roccia, crea una strada, porta frutto.

Gandhi. Un mite rivoluzionario. Beati i miti.
Gandhi. Foto di WikiImages da Pixabay

Gesù.

Gandhi.

Martin Luther King.

Madre Teresa.

Beati i miti, sopratutto quelli vicino a noi

Ma anche un sacerdote che tutti i giorni si spende per i suoi parrocchiani; una coppia di sposi che nel tempo libero aiuta i vicini anche se questi continuano ad approfittarsi della loro bontà; un ragazzo che denuncia le azioni dei bulli e sostiene le vittime; un imprenditore che resiste ai licenziamenti suggeritigli dai numeri e dai manager o che si preoccupa delle spese mediche della figlia di due dipendenti; quel tuo amico che insieme ad ex compagni di scuola a fondato un’associazione per aiutare un piccolo villaggio africano in cui si è imbattuto nell’ultima vacanza. Tu, se stai già facendo quello che in fondo il tuo cuore ti ha sempre detto di fare, per gli altri, allora hai iniziato la rivoluzione della mitezza.

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